Monday, January 7, 2019

Scuola musicale - primo giorno

 Nabil Hamai e i suoi alievi:
La musica e una lingua internazionale,per comprenderla e usarla, tutti dovrebbero essere in grado di leggere le note musicali e suonare il pianoforte,violino o un altro strumento musicale con la stessa facilità, dato che ci possiamo esprimerci nella lingua che parliamo.
 Insegniamo ai nostri figli matematica o linguaggio senza aspettarsi che diventino grandi scienziati o scrittori. La musica non è diversa e non dovremmo aspettarci che ogni bambino diventi un musicista professionista,ma il successo dell'alfabetizzazione musicale,mentalmente arricchisce la generazione futura.
  Il nostro dovere è di dare il beneficio dell'alfabetizzazione musicale a tutti coloro che vogliono imparare tramite questo tipo di educazione innovativa,in quale la persona-bambino,ragazzo o adulto siano il centro della comunicazione,essendo loro il maestro che ci fa pensare al modo giusto di apprendimento,in maniera in quale percepirà meglio,con gioia,con piacere o tramite gioco e innovativi metodi e materiali didattici,il fantastico mondo della musica.

   Non è stato scelto a caso il giorno di 6 gennaio ,il giorno del Battesimo e anteriore alla festa di Santo Giovani,per cominciare la prima lezione della scuola di musica della nostra associazione,che ha aperto le porte a tutti con un incontro  gratuito per bambini e adulti,presentando corsi di propedeutica strumentale e corale,insieme alla nascita della solmisazione.
 Cos'è la solmisazione?
La solmisazione, solmizzazione (dal nome delle note musicali sol e mi) o solfisazione è un metodo di solfeggio basato sulle sillabe che individuavano le note dell'esacordo: Ut - Re - Mi - Fa - Sol - La.

L'Inno a S.Giovanni Battista, scritto nel IX secolo da Paolo Diacono, deve la sua fama al fatto che la sua prima strofa sia stata utilizzata da Guido d'Arezzo due secoli dopo per creare le sillabe della solmisazione. Come si riporta in tutti i testi di teoria musicale, il testo è il seguente: UT queant laxis REsonare fibris MIra gestorum FAmuli tuorum SOLve polluti LAbii reatum Sancte Iohannes. La `gamma' dei suoni è stata ottenuta mettendo in sequenza le sillabe ut, re, mi, fa sol, la, corrispondenti agli emistichi dei primi versi. L'ultimo verso (Sancte Iohannes) è stato utilizzato molto più tardi, nel XVIII secolo, inserendo le due iniziali SI per formare la settima nota. Fin qui la teoria `ufficiale'. Jacques Chailley e Jacques Viret hanno scoperto nel 1981 che, indipendentemente dalla melodia (la cui origine non è provata, di sicuro non è opera di Paolo Diacono), il testo costituisce un crittogramma alchemico nel quale le sillabe utilizzate per formare le note possiedono un significato molto profondo e coerente. Al centro, la sillaba SOL, che in latino significa `sole', del quale riproduce il simbolo grazie alla `O' centrale. Questa lettera O non è altro che la trascrizione latina della lettera greca n (omega), ultima lettera dell'alfabeto; essa, unita alla prima lettera, alfa, è presente nella frase contenuta in Apocalisse, 1,8: "Io sono l'alfa e l'omega". Nell'Inno, il SOL è incorniciato in mezzo a FA e LA, che, anagrammate, danno appunto ALFA. La sillaba MI riunisce le due lettere M ed I, che, nel sistema numerale romano, indicano rispettivamente il numero più grande transcrivibile (mille) e quello più piccolo (uno): si tratta dunque di un'immagine simbolica del macrocosmo (M) e del microcosmo (I), uniti sulla nota MI per rappresentare l'universo. Un verso ermetico contenuto nel Kybalion recita: "Ciò che è in alto è uguale a ciò che è in basso". Le due sillabe iniziali dell'ultimo verso, SANcte IOhannes, anagrammate, danno IONAS, nome di Giona, profeta che è uscito vivo dopo essere stato per tre giorni nel ventre di un pesce e per questo considerato una prefigurazione di Cristo e della sua resurrezione. D'altra parte, la festa di Giovanni Battista cade proprio il 24 giugno, solstizio d'estate e rinascita simbolica dopo il sonno invernale. Infine, riunendo le sillabe UT e RE a SOL e IO, otteniamo la chiave del crittogramma: RESOLUTIO, che designa il mistero fondamentale della natura: la dissoluzione degli elementi dopo la morte, e la loro ricostituzione ulteriore su un altro piano per una nuova vita: morte/resurrezione.

Le sillabe possono essere disposte in modo da formare una croce:
                                                                                      RE
                                                                               LA SOL FA
                                                                                      UT 
                                                                                      SI
                                                                               
"Affinché possano cantare con voci libere le meraviglie delle tue gesta i servi Tuoi,cancella il peccato dal loro labbro imputo,o San Giovani"(l'inno di Santo Giovani)
Guido d'Arezzo, dunque, ha consacrato per mezzo delle note musicali un simbolismo dal valore incommensurabile, noto fin da tempi molto precedenti.

Si riteneva che la sostituzione di Ut con Do (probabilmente in quanto sillaba più facile da cantare) fosse stata proposta dall'erudito Giovanni Battista Doni nella prima metà del XVII secolo. Do sarebbe stata secondo questa interpretazione la sillaba iniziale del suo cognome. In realtà già in un trattato di Pietro Aretino precedente la nascita dello stesso Doni si fa riferimento alla nota Ut con il nome attualmente in uso.
L'inventrice del metodo di solmisazione moderno, noto come Tonic sol-fa, fu la studiosa e didatta inglese Sarah A. Glover (1786-1867).

Tale metodo fu perfezionato, approfondito e codificato durante la seconda metà dell'Ottocento dal pastore John Curwen (1816-188o), il quale, volendo facilitare l'apprendimento della musica da parte dei cantori del proprio coro, intuì che la lettura della musica svincolata dal concetto di tonalità mediante l'ausilio della tecnica di solmisazione sarebbe stata molto più agevole.
Curwen utilizzò una successione "standard" di suoni corrispondente alle sillabe doh, ray, me, fay, soh, lah, te, in cui doh corrispondeva alla prima nota di qualsiasi scala maggiore e la sillaba lah a quella di qualsiasi scala minore.
Tale metodo venne perfezionato in maniera esemplare da Zoltan Kodàly, padre della didattica musicale moderna. Durante la seconda metà del XX secolo, infine, Roberto Goitre compì l'ultimo passo con la stesura del metodo Cantar Leggendo, utilizzato ancora oggi da molti direttori di coro e docenti, basato sull'utilizzo della solmisazione per ottava. Sullo stesso principio è basato anche il metodo musicalfabeto della pedagogista italiana Giuseppina Barbieri.

La nostra avventura continua,vi aspettiamo!...
Ileana Mihaescu
















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